A trentun’anni vivi di sogni realizzabili sulle onde di pensieri felici che ti cullano e che non sembrano così lontani.
Arriva poi un tuono nel cielo, come un boato in un cielo apparentemente sereno,che stravolge la tua serenità e ti getta addosso l’inferno.
Quell’inferno, di cui hai sempre avuto paura, si chiama Cancro.
Quando mi è stato diagnosticato passeggiavo nei corridoi di un ospedale per quelli che io definivo dei banali accertamenti di routine.
Tutto è mutato, ogni cosa è stata stravolta.
Ho dovuto conoscere la mastectomia e subito dopo la chemio.
Ho dovuto impormi ed abbracciare quell’idea assurda di mancata maternità.
Il dolore ha preso il posto della felicità. I problemi quotidiani e le banali influenza, hanno lasciato spazio a tutti i dolori di quei farmaci di mantenimento. Quelli che, in uno strano modo tutt’altro che invisibile, ti proteggono da ciò che noi oncologiche definiamo recidiva.
Ho vissuto molti anni, per quanto difficili e faticosi, nella consapevolezza che tutte le cose potessero andare bene.
Non ho mai escluso una potenziale maternità, non mi sono mai sentita malata.
La mia vita però, di recente aggiungerei, si è nuovamente arrogata di un diritto che credevo non potesse più competergli.
Nello scorso ottobre del 2022 Teresa si scopre metastatica.