Donne con protesi al seno: più sicurezza con il nuovo Registro Nazionale
Ciao bellissima Donna,
dopo un’attesa di ben 12 anni, è finalmente operativo il Registro Nazionale Impianti Protesi Mammarie.
Istituito per legge nel 2012, il Registro raccoglie i dati di tutti gli interventi di impianto e rimozione di protesi mammarie effettuati sul territorio nazionale, con l’eccezione della Basilicata che ancora non ha attivato il proprio registro regionale.
Un modello da seguire per l'Europa
Il nostro sistema rappresenta un modello da seguire per gli altri Paesi europei: “Siamo fra i primi al mondo – chiarisce Stefania de Fazio, presidente della Società italiana di chirurgia plastica ricostruttiva-rigenerativa ed estetica (Sicpre) – il nostro Registro è l’unico obbligatorio e l’unico gestito dalla massima autorità nazionale in tema di salute (il ministero della Salute, ndr), due elementi decisivi per la vastità e l’obiettività dei dati raccolti”.
Tre obiettivi fondamentali
Il Registro ha tre obiettivi principali:
- Monitorare le pazienti sottoposte a impianto di protesi, sia per fini estetici che ricostruttivi, al fine di prevenire complicanze e migliorare la gestione clinica di eventuali effetti indesiderati.
- Rintracciare tempestivamente le pazienti in caso di necessità.
Raccogliere dati a scopo di studio e ricerca scientifica, per valutare l’efficacia e la sicurezza dei dispositivi a breve e lungo termine.
Un strumento fondamentale per la prevenzione
Il Registro si rivela uno strumento fondamentale per la prevenzione, come dimostra il caso delle protesi difettose Pip, che nel 2011 in Francia causarono gravi problemi di salute a migliaia di donne.
Linfoma anaplastico: cosa sappiamo oggi
Ad oggi, il linfoma anaplastico, una rara forma di tumore del sangue associata alle protesi mammarie, colpisce circa 3 donne su 100mila.
Non sono ancora chiare le cause del tumore, ma si sa che generalmente si sviluppa dopo episodi di sieroma o contrattura capsulare, soprattutto nelle donne con protesi “testurizzate”.
La diagnosi precoce è fondamentale e il trattamento consiste nell’asportazione completa delle protesi e della capsula che le riveste.
Protesi: non sono eterne
E’ importante ricordare che le protesi mammarie non sono eterne e hanno una durata media di 10-15 anni. Inoltre, essendo “corpi estranei”, possono causare complicanze come sieroma, infezioni, contrattura capsulare o rottura.
Cosa sapere sulle protesi mammarie
Le protesi mammarie sono dispositivi medici di classe III, la classe a più elevato rischio.
La loro classificazione tiene conto dell’invasività del dispositivo, della sua dipendenza da una fonte di energia e della durata del tempo di contatto con il corpo.
L’attivazione del Registro Nazionale Impianti Protesi Mammarie rappresenta comunque un bel passo importante per la sicurezza e la tutela delle donne che scelgono di sottoporsi a questo tipo di intervento.
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Un abbraccio
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