Questo nuovo farmaco potrebbe ridurre la probabilità di recidive e metastasi!
Ciao bellissima Donna,
ecco qui un’altra notizia importante in ambito oncologico!
L’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha approvato la rimborsabilità del farmaco abemaciclib per il trattamento dei tumori al seno in stadio iniziale ad alto rischio di recidiva.
Questa è la prima novità nel campo della terapia adiuvante per questo tipo di tumori negli ultimi 20 anni.
La terapia adiuvante è una parte importante del trattamento per le donne che hanno subito un intervento chirurgico per il tumore al seno in fase iniziale. È volta a ridurre la probabilità di recidive locali e di metastasi.
Secondo Lucia Del Mastro, esperta di oncologia medica presso l’Ospedale Policlinico San Martino di Genova, il rischio di recidiva varia a seconda del tipo di tumore al seno.
Oggi è possibile stimarlo per ogni singola paziente.
A chi si riferisce la nuova terapia?
Ai pazienti affetti da tumore iniziale “ormono-sensibile” (o, più correttamente, positivo al recettore ormonale e negativo al recettore del fattore di crescita umano epidermico di tipo 2 – HR+/HER2-).
Quindi in questo caso, le pazienti a ‘rischio elevato’ sono quelle che hanno 4 o più linfonodi ascellari positivi, oppure da 1 a 3 linfonodi positivi e un tumore di dimensioni superiori a 5 centimetri e/o di grado istologico pari a 3.
Si tratta di circa il 15% dei tumori HR+/HER2- e l’arrivo di abemaciclib in questa categoria può ridurre in modo significativo il rischio di recidiva.
In cosa consiste il nuovo farmaco?
Abemaciclib è un inibitore delle chinasi ciclina-dipendenti (CDK), una classe di farmaci mirati che bloccano la replicazione delle cellule tumorali.
Questi farmaci hanno già rivoluzionato il trattamento dei tumori al seno metastatici dello stesso tipo, ma ora saranno utilizzati anche nella fase iniziale.
Uno studio chiamato monarchE – i cui dati sono aggiornati e sono pubblicati su Lancet Oncology – afferma che il farmaco ha ridotto del 35% sia il rischio di recidiva locale sia il rischio di metastasi.
La percentuale di pazienti senza recidive è stata del”’85,5% nel gruppo trattato con abemaciclib rispetto al 78,6% nel gruppo trattato solo con terapia endocrina.
Inoltre, il tasso di sopravvivenza libera da metastasi è stato rispettivamente dell’87,9% e dell’81,8%.
Ci sono effetti collaterali?
Durante il recente congresso annuale dell’American Society of Clinical Oncology (ASCO), sono stati presentati nuovi dati che confermano l’efficacia del farmaco anche se vengono ridotte le sue dosi per evitare effetti avversi come diarrea e stanchezza.
Inoltre, è stato valutato l’impatto sulla qualità di vita e i risultati sono incoraggianti. Non ci sono state differenze tra i diversi gruppi di pazienti o in base all’età.
Quindi, la qualità di vita dei pazienti non è stata compromessa dall’aggiunta di abemaciclib al trattamento.
Dopo i primi due anni di terapia con abemaciclib, il trattamento prosegue con la sola terapia endocrina.
La durata della terapia endocrina viene personalizzata in base al rischio individuale della paziente e può variare da 5 a 10 anni con una durata ottimale tra i 7 e gli 8 anni, bilanciando sempre in modo personalizzato benefici ed effetti avversi.
Qual è la situazione in Italia?
Il tumore al seno è in aumento in Italia, con circa 55.000 nuovi casi ogni anno.
Tuttavia, grazie a uno screening più diffuso, oltre il 90% dei casi viene diagnosticato in fase iniziale.
Però sappiamo che una donna afflitta da un cancro al seno, specialmente se in fase iniziale soffre molto.
Prova emozioni di incertezza, di ansia edi timore riguardo al futuro poiché non ha informazioni su quando e se la malattia tornerà.
E per questo ti condividiamo queste informazioni.
Essere consapevoli di avere accesso a nuove cure aumenta la speranza di guarigione, che sappiamo essere il fulcro principale nel processo terapeutico.
Speriamo che l’articolo ti sia piaciuto e ti sia stato utile per tenere vive le speranze!
Un abbraccio 💗🫶🏻
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