Ciao bellissima Donna,
un importante progresso nella terapia del cancro al seno è stato recentemente pubblicato sulla rivista scientifica internazionale JAMA Oncology.
Lo studio internazionale Sound, che è stato pubblicato sulla rivista, ha coinvolto 14 centri internazionali e ha reclutato 1463 donne affette da tumore alla mammella di dimensioni inferiori o uguali a 2 cm, con linfonodi ascellari sani all’ecografia.
Uno dei centri che ha dato un contributo significativo a questa ricerca è stato la Breast Unit dell’ospedale Sant’Anna della Città della Salute di Torino.
Il dottor Mauro Porpiglia, responsabile dello studio presso la Breast Unit, e la professoressa Chiara Benedetto, direttrice della Ginecologia e Ostetricia 1 universitaria, sono tra gli autori della pubblicazione.
Le pazienti coinvolte nello studio sono state divise in due gruppi: il primo gruppo ha seguito il trattamento standard, che prevede l’asportazione della lesione tumorale e del linfonodo sentinella ascellare, mentre il secondo gruppo ha omesso la chirurgia ascellare.
Dopo il termine delle terapie postoperatorie, come ormonoterapia, chemioterapia e radioterapia, le pazienti sono state sottoposte a controlli regolari per un periodo superiore ai cinque anni.
I risultati dello studio hanno dimostrato che non c’è stata alcuna differenza tra i due gruppi in termini di recidiva del tumore e di sopravvivenza.
Questo indica che è possibile ottenere risultati simili in termini di guarigione con interventi chirurgici meno invasivi per le donne affette da tumore alla mammella con caratteristiche simili a quelle del gruppo sperimentale.
La tecnica del linfonodo sentinella ha rappresentato un passo importante nel trattamento chirurgico del tumore alla mammella in fase iniziale.
Tuttavia, questo nuovo studio pone le basi per un significativo cambiamento nella gestione quotidiana di molte pazienti, consentendo di evitare la biopsia del linfonodo sentinella.
Ciò ridurrà l’impatto sulla qualità di vita delle donne, senza influire sulle terapie o sulle probabilità di guarigione.
La riduzione della mobilità attualmente riscontrata in alcuni casi, come insensibilità, formicolii e dolori al braccio, porterà a un evidente vantaggio per la qualità di vita delle pazienti.
Inoltre, questo risultato aprirà nuove opportunità per una gestione più personalizzata e mirata del cancro al seno, consentendo migliori risultati terapeutici.
Quindi grazie a questa ricerca, circa il 25% delle donne che ricevono la diagnosi di cancro al seno potranno evitare la biopsia del linfonodo sentinella.
Questo risultato è stato reso possibile grazie al contributo dei centri di ricerca internazionali, tra cui la Breast Unit dell’ospedale Sant’Anna di Torino.
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