Ciao bellissima Donna,
conosci questa tecnica? Secondo te è possibile?
Scopriamolo insieme! 👇🏻
Raffreddare il cuoio capelluto frena la perdita dei capelli causata dalla chemioterapia?
Ebbene sì, ci sono studi che dimostrano che l’ipotermia può ridurre la perdita dei capelli indotta dalla chemioterapia, anche se non in tutti i pazienti e non con tutti i farmaci chemioterapici.
Se si raffredda il cuoio capelluto, portandolo a una temperatura ipotermica, cosa succede?
Semplicemente i vasi sanguigni si restringono, i farmaci non raggiungono la radice dei capelli, si bloccano alcuni processi biochimici e i capelli soffrono meno i danni collaterali dei farmaci.
Ci sono studi scientifici che dimostrano che l’ipotermia è efficace nel ridurre la perdita dei capelli indotta dalla chemioterapia.
Però attenzione, perché il successo è variabile e dipende dal tipo di chemioterapia, dalle caratteristiche del paziente e dall’efficienza del sistema con cui è indotta e mantenuta l’ipotermia.
Esistono caschetti refrigerati a gestione manuale e caschetti refrigerati automatizzati.
Per essere davvero efficaci, i caschetti devono aderire bene e mantenere la bassa temperatura costante.
Vedersi senza capelli è un promemoria della propria condizione di malato e può minare l’autostima, oltre a essere un segnale evidente di malattia per le altre persone.
Proprio per questo cerchiamo di condividere con voi suggerimenti, consigli e metodi per far fronte agli effetti collaterali provocati dalle cure oncologiche.
Quali sono gli effetti dell’ipotermia?
I primi esperimenti sull’uso dell’ipotermia per ridurre la perdita dei capelli indotta dalla chemioterapia risalgono agli anni Settanta.
Il razionale su cui si basa questo approccio è che l’ipotermia fa restringere i vasi sanguigni, riducendo così il sangue che irrora la parte raffreddata.
Quindi, l’ipotermia a livello del cuoio capelluto, impedisce che le radici dei capelli siano raggiunte dal sangue e quindi dal farmaco chemioterapico.
La bassa temperatura, inoltre, blocca i processi biochimici, rendendo il capello meno sensibile ai danni della chemioterapia.
Perché l’ipotermia sia efficace è necessario indurla prima dell’inizio della somministrazione del farmaco, per tutto il tempo dell’infusione e anche per un certo tempo dopo che questa è finita.
Quali sono gli strumenti che potresti usare?
Sono disponibili due sistemi: i caschetti refrigerati a gestione manuale (cool caps) e i caschetti refrigerati automatizzati (scalp cooling devices).
I primi a essere stati introdotti sono stati i caschetti refrigerati a gestione manuale.
Quest’ultimi sono cuffie che contengono un gel e funzionano come le mattonelle di ghiaccio sintetico che si mettono nella borsa frigo.
Vanno raffreddati mettendoli in un congelatore biomedico, diverso dal freezer di casa, che non va bene perché non raggiunge temperature sufficientemente basse.
Poiché le sedute di chemioterapia durano alcune ore, è necessario sostituire ogni 30 minuti circa il caschetto in uso con un altro caschetto congelato, e il paziente deve essere aiutato perché non può farlo da solo.
La temperatura del cuoio capelluto subisce forti oscillazioni anche mentre il caschetto è posizionato sulla testa e soprattutto quando si effettuano i cambi.
La temperatura iniziale è molto bassa e ciò può creare notevoli disagi al paziente.
Inoltre, non è facile indossare il caschetto in modo corretto, considerando che il cambio va fatto il più rapidamente possibile.
In tempi più recenti, sono stati introdotti strumenti più sofisticati come i caschetti refrigerati automatizzati.
Questi sono costituiti da un’unità refrigerante computerizzata che fa circolare un liquido refrigerato all’interno di apposite cuffie.
Il vantaggio di questi sistemi è che la temperatura viene abbassata gradualmente fino a 3-4°C, viene mantenuta costante per tutto il tempo necessario e poi rialzata, sempre gradatamente.
Sono disponibili cuffie diverse per forma e dimensione, in modo che si adattino perfettamente al cranio del paziente.
Si può fare in Italia?
In Italia sono all’incirca una quindicina i reparti oncologici che si sono dotati di questi macchinari, che non sono forniti dal Sistema Sanitario Nazionale e devono essere acquistati autonomamente.
L’utilizzo comporta alcuni problemi organizzativi:
- i tempi della terapia si allungano perché il caschetto refrigerato deve essere posizionato almeno mezz’ora prima e deve essere indossato per 1-2 ore dopo la fine della terapia;
- in più bisogna dedicare qualcuno dello staff alla gestione dello strumento e all’assistenza al paziente.
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Un forte abbraccio
2 comments
Chiara
A me purtroppo i capelli sono caduti nonostante il casco . Ci ho messo tutta la tenacia e la forza che ho perché la seduta con il casco non è una passeggiata ma i capelli non hanno retto ai farmaci utilizzati. Dopo due terapie con il casco ho dovuto interrompere. Ho finito le terapie da un mese e mezzo e i capelli fortunatamente sono in fase di ricrescita !
Chemio World
Ciao Chiara,
eh sì, non a tutte funziona come dovrebbe…però sei stata brava perché ci hai provato e ce l’hai messa tutta 🙂
Pian piano i capelli ricresceranno, e nel frattempo, puoi utilizzare alcuni prodotti per supportarli in questa fase di ricrescita.