Ciao bellissima Donna,
come ti abbiamo già anticipato dal nostro ultimo post di Instagram, abbiamo scoperto che esiste un farmaco che potrebbe bloccare le resistenze da terapia ormonale.
Infatti, essendo che circa l’80% dei tumori al seno è positivo al recettore per l’estrogeno e il 65% a quello per il progesterone la terapia più efficace e mirata sarebbe la terapia ormonale (o endocrina).
La terapia ormonale agisce proprio tagliando la riserva di ormoni della quale si nutre il tumore per crescere, o comunque impedendo il loro legame con i recettori.
Dagli anni ’90, la terapia endocrina migliorava e allungava il tempo di sopravvivenza da malattia quando somministrata per i 5 anni successivi all’intervento chirurgico.
Nonostante questa efficacia però, alcuni tumori nel tempo possono diventare resistenti ai farmaci endocrini. Anche in presenza di una mutazione di un gene dei recettori estrogenici ESR1, i farmaci ormonali si sono mostrati finora inefficaci.
Da recenti studi, come una nuova ricerca pubblicata su Science Translational Medicine e condotta dal Dipartimento “Discovery Oncology” di Genentech (negli Usa), potrebbe esistere un farmaco in grado di risolvere questo problema.
Ovvero il farmaco di seconda generazione di nome Giredestrant.
Quest’ultimo potrebbe funzionare anche quando il tumore presenta una mutazione genetica che lo rende resistente agli altri farmaci anti-ormonali.
Questo perché da tempo la ricerca nel campo del tumore al seno “ormonale” si sta concentrando su una nuova generazione di farmaci Serd (degradatori selettivi del recettore degli estrogeni), tra i quali Giredestrant.
Come sono stati effettuati gli studi?
Gli studi sono stati effettuati studiando le ghiandole mammarie dei topi che presentavano una mutazione del gene ESR1.
Grazie a ciò, i ricercatori hanno notato che la mutazione promuoveva una ipersensibilità delle cellule al progesterone, che ne incentivava particolarmente la crescita.
Tuttavia, se a questi topi veniva somministrato il farmaco giredestrant, la crescita si arrestava.
Attualmente, il farmaco è in sperimentazione (in uno studio clinico di fase 1) in un gruppo di pazienti metastatici con cancro positivo al recettore per gli estrogeni.
In una di loro, la molecola ha mostrato segni di risposta parziale nel ridurre l’attività del recettore e nell’arrestare la crescita del tumore.
Risultati che aprono una possibile nuova strada ma che dovranno essere confermati in studi molto più ampi.
I dati dell’analisi ad interim di 83/202 pazienti arruolati nello studio coopERA sul cancro al seno hanno mostrato che, rispetto all’anastrozolo, giredestrant ha una migliore attività antiproliferativa e ha una buona sicurezza nel carcinoma mammario HR-positivo e HER2-negativo.
Comunque, ci auguriamo che questo nuovo farmaco possa essere una nuova opportunità per il futuro sulla ricerca del cancro al seno.
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